Autore - Segreteria

SOLIDARIETA’ ALLA CGIL

Solidarietà alla CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro.
 
Quello che è accaduto a Roma nelle scorse ore con l’assalto della sede della CGIL non può lasciarci indifferenti e richiede una presa di posizione, cosciente e decisa, nei confronti di quanti si richiamano a ideologie che sono in aperto contrasto con la nostra Costituzione Repubblicana.
In gioco, evidentemente, ci sono i valori della pace e giustizia sociale, della fraternità e della solidarietà. Attentare a questi valori significa attentare al perseguimento del bene comune e non si può restare indifferenti davanti ad atti così violenti e gravi. Assaltare la sede di un sindacato, di un partito o di un’associazione vuol dire negare i principi della democrazia.
Quando vengono lesi questi principi, i primi a pagarne le conseguenze sono i poveri verso i quali va tutta la nostra premurosa attenzione in quanto sacramento di Cristo.
Quello che è accaduto a Roma, anche al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, supera il fondamento della democrazia che si basa sul confronto, talvolta acceso, tra opposte vedute e attenta al valore imprescindibile della nostra democrazia che è antifascista.
Auspichiamo una rapida presa di posizione da parte di tutte le forze democratiche del Paese certi che la giustizia farà il suo corso.
Invochiamo la conversione dei cuori per quanti inneggiano al nome di Dio e della Patria mentre compiono atti così gravi e per tutti sia di esempio la mitezza di Gesù.
Da questa pandemia ne possiamo uscire solo tutti insieme mettendo da parte i personali piccoli e grandi egoismi e guardando al bene di tutti per guadagnare il bene di ciascuno.
 
Don Giuseppe Venneri
Direttore Caritas Diocesana Nardó-Gallipoli
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Giornata internazionale della Carità: raccolta di preghiere degli operatori Caritas

In vista della Giornata internazionale della Carità che si celebra il 5 settembre, data in cui nel 1997 moriva Santa Teresa di Calcutta, Caritas Italiana pubblica on line una raccolta di preghiere e poesie dal titolo “Rinnovàti nell’impegno” (.pdf).

«Ricordatevi, per favore, di queste tre vie e percorretele con gioia: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività». Sono le tre strade che papa Francesco ci ha indicato nell’udienza per i 50 anni di Caritas Italiana. Da percorrere sempre in ascolto dei “più piccoli” per renderli partecipi e attivi, con azioni capaci di provocare, di moltiplicare attenzioni, cambiamenti. 

In questo moltiplicarsi consiste la testimonianza della carità che vogliamo confermare come impegno rinnovato, nello sforzo costante di promuovere nelle comunità e nel territorio iniziative progressive e diffuse di responsabilità per la pace, la giustizia, la difesa e la cura della vita, a partire proprio dalla prospettiva dei più poveri, che, ce lo ha ricordato il Papa, è la prospettiva di Gesù.

A tutti coloro, operatori, sacerdoti, suore, religiosi, volontari, che in questi cinque decenni hanno dato voce, gambe, testa, braccia e soprattutto cuore alla Caritas, va il nostro ringraziamento che in queste pagine e nelle raccolte che abbiamo pubblicato in questi anni, diventa preghiera.

Una preghiera che continuerà ad accompagnare il nostro percorso, che illuminerà e orienterà la nostra capacità di discernimento e il nostro costante impegno per continuare a leggere i segni dei tempi nel cammino sinodale che il Santo Padre, ribadendo gli impegni dell’inclusione sociale dei poveri e dell’amicizia sociale per il bene comune, ha indicato alla Chiesa italiana.

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Accoglienza in Diocesi di cittadini Afghani che hanno collaborato con la Missione Internazionale

Anche la nostra Diocesi di Nardò Gallipoli attraverso Caritas Diocesana, interpellata dalla Prefettura di Lecce, ha dato piena disponibilità all’accoglienza di famiglie o singole persone arrivate in questi giorni dall’#Afghanistan.
La Caritas Diocesana, con l’Equipe, il Coordinamento Diocesano dei Centri d’Ascolto e le Opere Segno è a disposizione delle Istituzioni Governative e Locali per offrire piena collaborazione.
“A nome del nostro Vescovo Fernando, desidero ringraziare le famiglie e le Parrocchie della nostra Diocesi che, dopo l’appello fatto durante le Messe di domenica 22 agosto, hanno inteso offrire la propria disponibilità ad accogliere quanti sono giunti in Italia in fuga dal terribile regime dei Talebani in Afghanistan e che in questi anni hanno collaborato con le nostre Istituzioni per tentare di costruire un Afghanistan pacificato.
Adesso, sarà necessario capire bene come avviare tutti i percorsi per un’accoglienza che sia intelligente e veramente integrante e coinvolgente. Non potevamo voltare le spalle a queste persone così duramente sofferenti e mortificate per i fallimenti della politica internazionale".(Don Giuseppe Venneri, direttore Caritas Diocesana Nardó-Gallipoli)
Quanti vogliono segnalare la propria disponibilità ad offrire il proprio contributo possono scriverci a: caritas@diocesinardogallipoli.it
 
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Aperte le Iscrizioni al corso “Vivere l’Ecologia Integrale”

VIVERE L’ECOLOGIA INTEGRALE NELLE DIOCESI E SUI TERRITORI. Pratiche e politiche di cambiamento e speranza per uno sviluppo sostenibile FOCSIV, Caritas Italiana e Fondazione Lanza ti invitano a iscriverti al corso per moltiplicare le pratiche di ecologia territoriale e per lo sviluppo sostenibile nelle comunità e parrocchie. La transizione ecologica per la Next Generation occupa il dibattito pubblico e tutti siamo chiamati a far interagire politiche e pratiche dal basso per una vera trasformazione dei nostri modelli di sviluppo. Persone, associazioni e comunità sono da riattivare e riconnettere per affrontare la grande crisi climatica e antropologica nella relazione tra l’uomo e la Terra, per custodire la Casa Comune. Con in mano le bussole della LAUDATO SI' e di FRATELLI TUTTI, le nostre comunità religiose e laiche possono divenire promotrici e testimoni concrete di una nuova cultura, laboratori di un nuovo pensiero, di un cambiamento sociale ed economico per la cura del creato e delle crepe sociali create da modelli economici e sociali che riproducono disuguaglianze ed esclusione. L’ecologia integrale può essere il cuore dello sviluppo sostenibile a livello globale e locale, a partire dalle nostre diocesi, nelle nostre comunità e sui nostri territori; l’obiettivo è quello di costruire un sentire comune e uno spazio di apprendimento di possibili percorsi concreti di realizzazione dell’ecologia integrale e dello sviluppo sostenibile nelle nostre comunità da rigenerare. Dopo la pubblicazione de "La Guida per comunità e parrocchie sull’Ecologia Integrale 2020" si è raccolta un’importate domanda di incontro e scambio per capire come replicare le pratiche o cosa sia possibile riprodurre in contesti diversi. Il corso prevede 2 incontri introduttivi di riflessione etico/teologica e pastorale sull’ecologia integrale, e a seguire 8 incontri dedicati alle sue diverse dimensioni, tra loro strettamente interdipendenti, valorizzando le esperienze presentate nella Guida ed un ultimo incontro che volge lo sguardo verso esperienze in una prospettiva “glocale” di giustizia e pace. Nel corso degli incontri sarà posta attenzione anche al ruolo dei territori nella Strategia per lo Sviluppo Sostenibile del Ministero della Transizione Ecologica. La nostra Caritas Diocesana è presente con Opera Seme come esempio di buona prassi nei principi dell'economia civile dettati dall'Enciclica Laudato Si'. Iscriviti! Link alla registrazione Qui scarica brochure del corso con il programma
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Documentario Caritas_frame

Documentario – “Dammi un cuore che ascolta”

Il 2020 è stato un anno difficile: crisi sanitaria e crisi economica hanno messo a dura prova le nostre relazioni.

Molte famiglie hanno attraversato momenti difficili ma chi viveva in povertà ha subito maggiormente gli effetti di questa crisi che ha reso più povero di relazioni chi già viveva in solitudine.

In questo tempo la Caritas Diocesana ha rivisto il suo impegno con il coraggio creativo di sacerdoti, religiose e laici impegnati nelle mense, nei centri d’ascolto e nelle parrocchie, accanto alle istituzioni.

Abbiamo voluto realizzare un documentario perché resti memoria di questo impegno durato un anno, ma che parte da molto lontano, da Gesù che volle la sua Chiesa e che proseguirà sempre, con impegno, premura e amore verso i poveri.

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Pubblicato il nuovo Statuto della Caritas Diocesana

Con Decreto Vescovile 1/21 del 6 Gennaio 2021 il Vescovo Fernando ha promulgato il nuovo Statuto della Caritas Diocesana. Il nuovo Statuto risponde maggiormente alla missione attuale della Caritas Diocesana che è l'organismo diocesano deputato ad animare la carità nel territorio della Diocesi, formarne gli operatori, senza mai dimenticare la prevalente funzione pedagogica dell'azione della Caritas anche attraverso le opere segno, la realizzazione di nuovi progetti 8xmille e una maggiore sinergia con gli enti pubblici il nuovo Statuto è interamente centrato sul principio della sinodalità che si traduce in una maggiore partecipazione alle azioni della Caritas da parte delle parrocchie, dei Centri d'Ascolto e delle Opere Segno come sollecitato dal nostro Vescovo Fernando nella lettera di indizione della Prima Visita Pastorale. clicca qui per consultare lo statuto
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20 Febbraio 1743: Nardò, una città che trema

Si terrà il prossimo 18 Febbraio alle ore 19:30 in Cattedrale a Nardò, la presentazione del libro "20 Febbraio 1743: Nardò, una città che trema" di Giovanni De Cupertinis, Paolo Sansò, Andrea Vitale edito con il patrocinio della Fondazione Fare Oggi a cura di Edizioni il Grifo. L'opera tratta non solo dell'evento sismico avvertito in tutto il Salento in quel 20 febbraio 1743, con elementi di geologia che raccontano la diversità degli effetti del sisma sul territorio, ma per la prima volta in assoluto racconta la mobilitazione delle città limitrofe alla città di Nardò, quasi totalmente distrutta, per soccorrere la popolazione provata dal cataclisma. Con documenti dell'Archivio di Stato di Lecce e degli archivi parrocchiali e diocesani, si percorrerà tutta la macchina dei soccorsi, il calcolo dei danni e la cura nella ricostruzione. Interverranno: gli Autori Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Fernando Filograna, Vescovo di Nardò-Gallipoli Don Giuseppe Venneri, presidente della Fondazione Fare Oggi e direttore della Caritas Diocesana L'evento si terrà in conformità alle norme vigenti per il contenimento del Covid-19
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Catastrofe umanitaria per i migranti in Bosnia e Erzegovina e lungo la rotta balcanica

Un'insostenibile situazione si è venuta a creare in Bosnia e Erzegovina nei confronti dei migranti in transito, in particolare nelle ultime settimane nella regione di Bihac (nei pressi del confine con la Croazia) che sta causando una grave violazione dei più importanti diritti umani e sta seriamente mettendo a rischio la vita di migliaia di persone.  Nessuna questione politica può essere anteposta alla tutela della vita di ogni persona:  “In Bosnia e Erzegovina stiamo assistendo a una catastrofe umanitaria. Ci sono circa 8.000 migranti in tutto il paese: di questi, 5.000 sono accolti nei Centri di Transito e nei Campi, ma ce ne sono almeno 3.000 che dormono in edifici abbandonati, sistemazioni improvvisate, o all’addiaccio. Per tutte queste persone va trovata una soluzione immediata”: sono le parole pronunciate da Peter Van der Auweraert, coordinatore di IOM (OIM, Organizzazione Internazionali per i Migranti) per la Bosnia e Erzegovina.
 
La situazione rispetto alla gestione del fenomeno migratorio nel paese balcanico, già molto fragile ormai da tempo, è infatti precipitata negli ultimi giorni diventando gravissima. Nell’area di Bihac, le diatribe politiche locali hanno portato alla chiusura repentina di uno dei principali Centri di Transito della zona, il campo Lipa, che ospitava circa 1.200 persone al momento della chiusura. Il campo Lipa era inizialmente pensato come una sistemazione provvisoria durante l’estate e si trovava già in condizioni largamente inadeguate per affrontare l’inverno. Situato in una zona impervia di montagna, isolato da qualsiasi centro abitato e dalle strade principali, senza acqua potabile, elettricità, riscaldamento. Un campo non più utilizzabile in quanto interamente distrutto da un recente incendio.
 
Contemporaneamente, un pericoloso combinato di proteste cittadine e di decisioni di varie istituzioni pubbliche ha precluso l’apertura di una qualsiasi sistemazione alternativa per i migranti in tutto il paese nel pieno dell’inverno con temperature molto rigide che mette in pericolo la vita di queste persone.  Da un lato tutte le istituzioni bosniaco-erzegovesi (Ministeri nazionali e cantonali, Sindaci di molte città) si sono fermamente opposti all’idea di aprire nuove strutture di accoglienza nel proprio territorio. Dall’altro lato, nella città di Bihac, sono invece aumentate le proteste anti-migranti della cittadinanza locale, che sta organizzando cordoni e picchetti davanti a uno spazio (l’ex fabbrica Bira) che negli anni scorsi era già stato utilizzato come struttura provvisoria di accoglienza per migranti e che è al momento l’unica soluzione alternativa già pronta, in grado di accogliere tutte le persone attualmente senza un tetto sopra la testa.
 
In tutto questo scenario, stanno inoltre continuando anche i violenti respingimenti alla frontiera della polizia croata verso chi prova ad attraversare il confine per entrare nel territorio comunitarie – prassi violente già molte volte denunciate fino anche al Parlamento Europeo. Ai migranti senza un tetto si impedisce di provare anche a proseguire il proprio percorso migratorio e di cercare un riparo adeguato in un altro paese. Il risultato finale di questa crisi politica, civile e istituzionale è la “catastrofe umanitaria” di cui parla IOM: 3.000 persone totalmente allo sbando, senza un posto dove stare, nel bel mezzo dell’inverno – che negli ultimi giorni ha portato le condizioni metereologiche piu estreme: neve, temperature abbondantemente sottozero, gelate notturne. 
 
Una situazione quella della Bosnia Erzegovina che riporta l’attenzione di tutti sulla Rotta Balcanica, che inizia in Grecia, e fisicamente finisce in Italia, a Trieste. Una rotta che non ha mai smesso di essere percorsa da migliaia di persone, nonostante  l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19,  quando diversi campi profughi nei Paesi Balcanici sono stati messi in quarantena. Decine di migliaia di migranti in transito lungo questa rotta rinchiusi per mesi all’interno dei campi profughi o strutture di vario genere presenti in tutta l’area; campi, già di per sé inadeguati e sovraffollati si sono trasformati in luoghi dalle condizioni estreme: senza servizi adeguati, in condizioni igieniche pessime, con gravi rischi per la salute psichica per i migranti. Una situazione drammatica che ha fatto aumentare esponenzialmente anche la rabbia delle comunità locali: episodi di violenza e discriminazione verso i migranti si ripetono regolarmente in tutti i paesi (dalla Grecia fino alla Bosnia Erzegovina), fino a sfociare in vere e proprie campagne di odio razziale, in ronde anti-migranti, in pestaggi e respingimenti sempre più violenti anche da parte delle polizie di frontiera.
 
Fin dal 2015, Caritas Italiana è presente lungo tutta la Rotta Balcanica a fianco dei migranti e a supporto di tutte le Caritas locali (Grecia, Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Serbia) che stanno offrendo un sostegno a queste persone. Gli sforzi profusi in questi anni hanno consentito l’avvio di servizi di accoglienza, sostegno psico-sociale, protezione dell’infanzia, tutela dell’igiene, distribuzione di cibo e di beni necessari in queste condizioni. Solamente in Bosnia e Erzegovina, “tra il maggio 2018 e il maggio 2020 la rete Caritas ha sostenuto 41.525 migranti attraverso i vari servizi e aiuti distribuiti; questo numero ovviamente cresce di giorno in giorno” (Dijana Muzicka, coordinatrice progetti migrazione di Caritas Bosnia e Erzegovina).
 
Caritas Italiana, grazie alle donazioni ricevute e a un contributo di 380 mila euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, ha lanciato un nuovo programma di emergenza per i prossimi 12 mesi. Un programma che si propone, a fianco delle Chiese locali di Grecia, Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina e Serbia, di fornire al più presto - all’interno dei diversi campi profughi e strutture di accoglienza presenti in questi paesi - una risposta ai bisogni di base dei migranti, in particolare i più vulnerabili ( kit sanitari per prevenire la diffusione del Covid-19, aiuti alimentari, fornitura di beni di prima necessità come vestiario, kit per l’igiene, sacchi a pelo, coperte, kit per neonati), servizi adeguati nei campi profughi e nei centri di accoglienza, per potersi lavare o per lavare i propri abiti, spazi per l’accoglienza e il supporto psicosociale, luoghi per l’animazione dei bambini, e non da ultimo organizzare momenti formativi ed informativi per garantire la sicurezza sanitaria. 
 
Infine nelle scorse settimane, grazie a una donazione di Papa Francesco diretta proprio ai migranti nel paese, Caritas Italiana e Caritas Bosnia e Erzegovina hanno potuto avviare nuovi servizi psico-sociali nei Campi di Transito dell’area di Bihac e di Sarajevo, oltre che di distribuire articoli invernali (sciarpe, guanti, cappelli, scarpe) a oltre 1.500 ospiti dei campi stessi.
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Avvento di Fraternità 2020 Pro “Fondo San Benedetto”

In questo tempo così controverso, concitato e pieno di incertezza, molti si interrogano su come trascorreranno le festività natalizie.

Sono interrogativi che hanno a che fare con il desiderio di riprendere le consuete abitudini, di stare insieme serenamente con amici e parenti e che riguardano anche l’economia.

La stampa e la televisione denunciano il rischio di “perdere” il Natale.

Di quale Natale parliamo?

Mai come in questo tempo siamo chiamati a riscoprire la tenerezza di in un Dio che viene nel mondo con discrezione ed essenzialità, lontano dalle logiche del potere, della ricchezza e dell’apparire proprie dell’umanità di ogni tempo.

Solo chi ha il cuore libero dagli idoli e aperto alle novità dello Spirito Santo può tornare a sentire la voce degli angeli che annunciano una grande gioia e avere il coraggio di mettersi in cammino verso Betlemme, come i pastori.

Avvento è tempo di attesa, di ascolto, di sequela e conversione.

Ecco perché abbiamo scelto i pastori come icona di questo tempo d’Avvento.

Quest’anno, difficile per tutti, non può lasciarci indifferenti ai problemi che tante famiglie stanno affrontando, esattamente come la Santa Famiglia di Giuseppe e Maria con Gesù Bambino.

La colletta della 4^ Domenica d’Avvento sarà, perciò, devoluta al “Fondo San Benedetto” istituito proprio per sostenere le famiglie e i lavoratori.

Confidiamo nella generosità personale di ciascuno; che sappia coinvolgere tutti, anche i più scettici.

Buon cammino di Avvento
Don Giuseppe Venneri
direttore Caritas Diocesana Nardó-Gallipoli
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